Rosa mi sfiorò le labbra in un bacio che riuscii a mala pena a ricambiare, tanto ero rilassato. Sfiorò il mio petto prima con le mani, con movimenti ampi, ungendomi, poi coi grossi seni, sfiorandomi i capezzoli con i capezzoli. Poi si fece più su, strusciandomi i seni sul viso, muovendo il petto sinuosamente. Un capezzolo turgido mi scivolò tra le labbra, presi a leccarlo avidamente finché scivolò via. Poi venne l’altro capezzolo che succhiai e mordicchiai con la punta degli incisivi. Poi Rosa cominciò ad aiutarsi con le mani, spingendo i seni più forte contro il mio viso finché si sollevò e mi infilo la lingua in bocca, facendosi largo tra le mie labbra socchiuse una, due, tre volte. Poi si tuffo sul mio petto leccandomi i capezzoli facendomi ansimare di piacere per poi mordicchiarli provocandomi un piacevolissimo lieve dolore, con dei picchi più acuti che mi facevano sobbalzare. Senza staccarmi la lingua dal petto ridiscese finché i suoi seni non erano all’altezza del mio pene di pietra. Allora si sollevò un poco, si versò dell’olio sulla mano e mi carezzò il cazzo e le palle ungendoli tutti. Poi si unse le tette e cominciò a strusciarle sul cazzo. Incredibile che quella calma e rilassatezza potessero convivere con l’eccitazione che mi scuoteva da capo a piedi facendomi sobbalzare a tratti. Rosa cercò le mie mani con le sue facendomi capire che dovevo aiutarla mentre si reggeva sui gomiti. Cosi le strinsi le mammelle attorno al mio pene e cominciai ad ondulare piano il bacino. Il mio cazzo scompariva e riemergeva tra quelle mammelle generose ed accoglienti.Poi si sollevò e scese ancora un poco cominciando a leccarmi e mordicchiarmi l’inguine. Il mio pene sobbalzava al ritmo del mio piacere e del mio battito cardiaco richiamando a sé quella lingua che si faceva desiderare ritardando a concedersi.Finché finalmente prese a leccarmi le palle facendomi sobbalzare con brividi di piacere quasi insopportabili. Poi mi leccò sotto le palle e, facendomi piegare u po’ le gambe cominciò a leccarmi l’ano prima delicatamente, poi con più forza, finché la lingua non si aprì un varco penetrandomi sempre più a fondo.La sua lingua guizzava dentro e fuori. Quando si scostò, prendendo a succhiarmi le palle, il suo dito medio trovò il perineo rilassato. Lo sentii entrarmi dentro e stimolarmi la prostata facendomi scoprire un piacere sconosciuto. Allora la sua lingua dalle palle risalì la lunghezza del mio pene fino alla cappella. Mi sfilo il dito dal culo e mi afferrò il cazzo. Mi prese il glande tra le labbra, lo leccò e poi affondòancora ed ancora. Sempre più profondamente, sempre più giù fino a far scomparire il mio cazzo tra le sue labbra, nella sua gola. Fino ad arrivare a leccarmi le palle per qualche secondo con il cazzo in gola. Quando rialzò il viso si mosse fino ad essermi di nuovo sopra, dritta sul mio pene pulsante. E cominciò a strusciarmi la figa sul cazzo e man mano che si strusciava si bagnava e si apriva sempre di più ed il mio cazzo, avvolto lateralmente dalle sue grandi labbra, strusciava sul suo clitoride inturgidito e gonfio. I suoi umori mi bagnarono abbondantemente il cazzo e quando lei lo prese per infilarselo nella figa, scivolò dentro senza nessuna resistenza. E dentro, la sua figa era un nido accogliente, caldo e grondante. Si mosse con movimenti impercettibili all’inizio, giusto l’ondulare ritmico dei nostri respiri fusi in un unico ritmo di piacere. Mi sembrava una geisha, una dea del piacere, dritta sopra di me si strizzava le tette con le mani. Poi prese le mie di mani e se le portò al petto, ed io le strinsi, le strinsi i capezzoli mentre in ritmo si faceva più veloce di pari passo ai nostri respiri. Cominciammo a gemere all’unisono mentre i colpi che sferrava col bacino si facevano sempre più forti e profondi. Sentivo le palle bagnate del suo piacere. Venimmo assieme in una cascata di umori, gridando come ossessi. Sentii le contrazioni violente della sua vagina, del suo amplesso. Restammo qualche istante con gli occhi immersi negli occhi mentre i nostri respiri si regolarizzavano. Quando si alzò, ed scivolai fuori, un abbondante fiotto di sperma e secrezioni vaginali mi ricaddero sul cazzo. Rosa ci si piegò sopra e prese a leccarmelo e succhiarmelo e per quanto la cosa non mi avesse mai nemmeno sfiorato il pensiero in quel momento mi venne spontaneo di ricambiare il favore. La feci girare e ci mettemmo a 69 su un fianco e cominciai anche io a leccarla, infilando la lingua più dentro possibile e succhiando fino all’ultima goccia del nostro piacere. Così avemmo un altro amplesso, si fece venire in gola, mi inondò le labbra. E a questo punto credo che svenni (continua... commentate, gente)
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